Sempre più italiani sembrano preferire i procedimenti legali al modulo di constatazione amichevole. Procedimenti spesso lunghi e onerosi per entrambe le parti, attivati pur di avere ragione a tutti i costi.
Questo è quanto emerge da una recente indagine compiuta sul mercato italiano, secondo cui le cause pendenti nel settore auto sarebbero arrivate a quota 300 mila unità nell'ultimo anno, con un incremento di 9 punti percentuali su base annua, generato non solamente dal ritardo nel disbrigo delle pratiche precedentemente attivate, quanto anche dai nuovi afflussi.

Un fenomeno che, oltre che allungare i tempi di lavorazione delle varie pratiche, rischia anche di gravare pesantemente sui bilanci delle imprese assicuratrici, obbligate ad accantonare una quota a riserva in attesa della cessazione della causa pendente. Più nel dettaglio, le cause di primo grado in pendenza alla fine del 2010 erano poco più di 281 mila unità, con uno sviluppo del 9,6% rispetto alla fine del 2009, e per un peso pari al 95,2% di tutti i procedimenti in essere. La stragrande maggioranza dei procedimenti di primo grado pendenti sono relativi alle scrivanie dei giudici di pace (227,6 mila unità sul totale, con uno sviluppo del 13,5% rispetto al 2009). Molto inferiore è il peso dei procedimenti civili pendenti in secondo e in terzo grado, pari a 14.212 unità, in lievissima flessione rispetto allo scorso anno, grazie a una contrazione più significativa (- 3,2%) dei procedimenti in Cassazione.
Infine, sul fronte penale, i procedimenti pendenti in tutti i gradi di giudizio erano 7.461 unità.

0 commenti:

top