Le tariffe RCA sono aumentate in meno di un decennio di circa un 140% a fronte di un aumento dei prezzi al consumo di appena un 39%. Le perdite del 2009 di bilancio hanno portato le compagnie di assicurazioni a richiedere per il 2010 aumenti medi del 15-20% con punte del 31% per i ciclomotori. Hanno contribuito all’aumento dei costi diversi fattori.
Il meccanismo Bonus –Malus è stato spiazzato dal decreto Bersani, che ha consentito qualche risparmio ai neo patentati o agli acquirenti di nuove vetture perché ha permesso di godere condizioni migliori nel pagamento del premio assicurativo. A questo si aggiungono le nuove tabelle di risarcimento dei danni fisici e il normale aumento dei costi di riparazione dei carrozzieri Le compagnie di assicurazioni si sono rifatte effettuando l’aumento dei premi assicurativi per difendere i propri bilanci e per aumentare i fondi di accantonamento per futuri risarcimenti. Altre azioni difensive le compagnie le hanno messo in atto, effettuando nel Sud-Italia numerose azioni di riorganizzazione, con chiusure di agenzie e conseguente licenziamento di personale, oltre a pesanti azioni di disdette di portafoglio che, visto l’obbligatorietà della garanzia RCA, determinano di fatto la costrizione a cambiare compagnia e intermediario di fiducia (visto che l’attuazione della legge 40/2007 è resa impossibile in quelle aree territoriali), pagando un premio più elevato o usufruendo di garanzie più limitate. Spesso, purtroppo, questo fenomeno alimenta un’altra costosa piaga sociale ed economica del Paese, perché fanno aumentare il numero di cittadini che circolano senza assicurazione. Ne consegue che le categorie maggiormente a rischio, come i pluri sinistrati, i residenti nelle regioni meridionali, i giovani al di sotto dei 25 anni, si vedono applicare tariffe a prezzi proibitivi e comunque al di sopra delle loro capacità economiche. Le categorie virtuose socializzano la mutualità sempre meno nazionale e quando il premio assicurativo supera il livello di sopportabilità sociale, gli assicurati-consumatori sono spinti ad evadere l’obbligo assicurativo, con la conseguenza che vengono a crearsi vaste aree off-limits, nelle quali sarà sempre più pericoloso aprire agenzie, in considerazione del pericolo di subire danni alle cose e peggio ancora alla persona, che non possono essere risarciti da alcuno. Bisogna tener presente che le regioni meridionali rappresentano in termini di raccolta premi RCAuto, complessivamente circa il 27% del mercato. Il rapporto sinistri/premi nel ramo RCAuto è aumentato dell’8,3% negli ultimi cinque anni, passando dal (75,4%) del 2003 al (81,7%) del 2008. I sinistri pagati dalle imprese per danni a cose nel 2008 nel ramo RCAuto registrano un aumento del 2,5%, rispetto all’anno precedente, mentre i sinistri con danni alle persone coinvolte in incidenti stradali segnalano un aumento maggiore pari al 5,2% dell’esercizio 2008, rispetto al 2007. Infatti, secondo i dati ANIA, il numero di persone decedute o ferite in incidenti stradali risultano cresciute da 967.431 nel 2007 a 1.057.621 nel 2008, con un aumento del 9,3%. Singolare e significativo che, invece, da fonte ISTAT il numero di persone morte o ferite sulla strada risulti essersi ridotto, da 330.981 del 2007 a 315.470 del 2008, con una diminuzione del 5% circa. La differenza (tra un aumento del 9,3% ad una riduzione del 5%) dipende dal fatto che i dati ISTAT riguardano danni alla persona rilevati dalla forza pubblica, quelli ANIA rilevano invece lesioni fisiche semplicemente denunciate da chi richiede risarcimento.
E’ possibile che vi siano lesioni effettive e reali anche quando non intervengono a constatarle le forze di polizia, ma che siano di una simile rilevanza numerica lascia indubbiamente perplessi. Così come non trova giustificazione l’aumento della frequenza sinistri che interessa in particolare le regioni meridionali, crescendo in maniera smisurata in determinate province del meridione (Napoli + 21,4%, Vibo Valentia +5,5%, Brindisi +4,2%. Altrettanto significativa l’incidenza che rileva il numero di sinistri con danni alla persona in Italia: incidono per il circa 21% del totale dei sinistri Auto (nelle aree meridionali critiche, l’aliquota sfiora il 50%). A livello europeo si evidenzia che la percentuale dei danni a persone è del 10,3% per la Francia e del 10,1% della Germania (Fonte ANIA) Rilevante sapere che l’85% dei sinistri RCAuto con lesioni alla persona costano al sistema ben 6 miliardi di euro. Se in Italia evitassimo di pagare in maniera spropositata le micro invalidità permanenti, ad esempio quelle dell’1 o del 2% (che rappresentano addirittura il 70% dei danni liquidati per lesioni in RCA), si risparmierebbero 1,5 miliardi di €, ossia si ridurrebbe di ben il 10% l’onere complessivo dei sinistri. Detto in altri termini, si potrebbe evitare un aumento del 10% delle tariffe RC Auto. Intervenire sulle frodi, sulle speculazioni, ridurre il costo sul sistema complessivo, fermare l’aumento delle tariffe RC Auto, limitare l’elusione (ossia coloro che non si assicurano più), per ridurre il costo indiretto che comunque viene spalmato a livello nazionale, tanto sulle tariffe della RC obbligatoria, quanto sul sistema sociale (il fondo nazionale per le vittime della strada e l’assistenza sanitaria pubblica che interviene a spese dei cittadini per chi ha subito un sinistro da auto non assicurata). Favorendo il contenimento della illecita speculazione, si potrà ottenere una contrazione del costo dei sinistri RCAuto, a vantaggio di tutto il settore e dei consumatori, i quali beneficeranno di una diminuzione dei prezzi.
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